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Cos’è la parodontologia?

È la branca che si occupa della diagnosi e del trattamento delle malattie parodontali. Un tempo nota come “piorrea”, la malattia parodontale rappresenta attualmente una delle principali cause della perdita dei denti. Si tratta di una patologia infiammatoria complessa, perché associata a molteplici fattori causali, che può colpire individui di tutte le fasce d’età, anche se generalmente si manifesta dai 30- 40 anni in poi. Il termine “parodontopatia” fa riferimento a una condizione infiammatoria che coinvolge il tessuto di supporto dei denti definito parodonto. L’ apparato parodontale è composto dalla gengiva, dal legamento parodontale, dal cemento radicolare e dall’osso alveolare. La lesione infiammatoria della parodontite è rappresentata dalla tasca parodontale caratterizzata dalla contaminazione batterica del cemento radicolare e dalla conseguente distruzione del tessuto connettivale della gengiva, del legamento parodontale così come dal riassorbimento dell’osso alveolare. Se non controllata tale distruzione progressiva può portare alla mobilità ed infine alla perdita degli elementi dentali.

La parodontite è una malattia infiammatoria cronica che richiede un protocollo terapeutico organizzato in varie fasi ed individualizzato a seconda della gravità e severità dell’infezione, sia durante il trattamento attivo della patologia che in seguito, durante la fase di mantenimento e controllo dello stato di salute parodontale.

Grazie all’approccio professionale e all’avanguardia dello Studio Dentistico Pulcini, ed ai protocolli terapeutici parodontali attuati a San Benedetto del Tronto e Corridonia è possibile controllare la parodontite in modo efficace, in modo da ottenere una migliore salute orale e minimizzando o evitando estrazioni dei denti naturali.

Cos’è la parodontologia?

Gengive arrossate che si ritirano: quali sono le cause?

La causa principale delle gengive arrossate e gonfie è la placca batterica, che rappresenta l’insieme dei batteri naturalmente presenti nella cavità orale. Nel cavo orale sono presenti oltre 700 specie microbiche, ma sappiamo che alcune specie batteriche rivestono un ruolo più importante di altre nello sviluppo della patologia.

La teoria più supportata a oggi è rappresentata dalla “disbiosi della flora batterica orale”, che si basa sul ruolo chiave di alcuni batteri definiti parodonto-patogeni nel rompere l’equilibrio tra flora commensale (abituale) e flora potenzialmente patogena innescando un cambio nell’ecosistema microbico orale capace di indurre una risposta infiammatoria degenerativa da parte dell’organismo. Tra i parodonto-patogeni più studiati e più importanti dobbiamo menzionare la Porphyromonas gingivalis e l’Agregatibacter actinomycetemcomitans.

È importante ricordare che la severità e la progressione della malattia sono influenzati non solo dalla placca batterica, ma anche da altri fattori di rischio quali:

  • fattori genetici e risposta immunitaria, che caratterizzano la suscettibilità alla patologia del paziente;
  • presenza congiunta di malattie sistemiche (diabete, patologie cardiovascolari);
  • fattori comportamentali, come il fumo di sigaretta;
  • scarsa igiene orale.

Come si riconoscono le malattie parodontali?

Le malattie parodontali, a differenza di altre patologie orali come le carie o le afte, tendono a manifestarsi principalmente in forma asintomatica. Tuttavia, esistono segni caratteristici che dovrebbero destare l’attenzione dei pazienti. Questi segni includono il sanguinamento delle gengive durante lo spazzolamento, la retrazione delle gengive e l’esposizione delle radici dentali, la presenza di gonfiore nella zona gengivale, il persistente alito cattivo (alitosi), lo sventagliamento o il cambiamento di posizione di uno o più elementi dentali, l’ipersensibilità generalizzata a livello dentale e gengivale, la comparsa di ascessi e, infine, la comparsa di mobilità su uno o più denti.

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In cosa consiste la visita parodontale?

Durante la prima visita parodontale presso il nostro studio Pulcini a Corridonia e San Benedetto del Tronto, eseguiamo fotografie, radiografie di base e uno screening clinico completo per valutare la vostra salute dentale e gengivale. Questa prima diagnosi ci consente di identificare se siete pazienti con dei tessuti gengivali sani, se siete affetti da gengivite (infiammazione marginale delle gengive) o se ci troviamo dinanzi a un caso di parodontite (infiammazione gengivale associata a riassorbimento osseo).

In quest’ultimo caso vi spiegheremo il quadro generale e andremo a programmare una visita parodontale specialistica con il nostro parodontologo, il quale completerà i dati diagnostici elaborando una cartella parodontale (mappa diagnostica di tutte le tasche dove si includono tutti i segni clinici rilevanti della malattia per ogni singolo dente) e uno status radiografico completo.

Una volta completata la diagnosi, sarà cura dello specialista indicarvi lo stadio della malattia parodontale così come il piano terapeutico previsto.

Nel corso del trattamento teniamo sempre presente i fattori di rischio modificabili come condizioni sistemiche (diabete non controllato o cardiopatie) e stili di vita nocivi come il fumo di sigaretta o sedentarismo, che possono influire negativamente sulla progressione della malattia e sulla risposta al trattamento.

Nel corso delle sedute terapeutiche ci impegniamo al massimo per limitare qualsiasi danno al tessuto gengivale adottando protocolli individualizzati e tecniche avanzate, tra cui l’utilizzo della tecnologia air flow, per offrire un trattamento efficace e confortevole.

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Come curare le malattie parodontali a San Benedetto del Tronto e Corridonia?

Le malattie parodontali richiedono un approccio terapeutico protocollato ed individualizzato a seconda della gravità di questa e del paziente. Il pilastro della terapia parodontale continua a essere l’eliminazione meticolosa della placca batterica, sia da un punto di vista professionale che domiciliare. Il nostro obiettivo primario è la riconquista di un cavo orale sano e facilmente mantenibile attraverso un’igiene orale efficace da parte del paziente.

Il trattamento delle malattie parodontali può essere suddiviso in diverse fasi.

La fase iniziale è imprescindibile per tutti i pazienti, indipendentemente dalla gravità e complessità del quadro clinico. Questo step terapeutico prevede l’istruzione e la motivazione del paziente alle tecniche di igiene orale, momento fondamentale e forse più importante di tutta la terapia in quanto punta a rendere il paziente capace di mantenere una carica batterica bassa nel tempo. A questo step associamo la rimozione della placca batterica professionale sopra e sotto gengiva con la lucidatura di tutte le superfici dentali. Spesso, questa fase è sufficiente per risolvere casi di pazienti diagnosticati con infiammazioni più superficiali come la gengivite.

Nel caso di malattie parodontali moderate (stadio I e II) o gravi (stadio III e IV), la terapia prosegue con più sedute di disinfezione professionale delle tasche associate a un continuo allenamento e seguimento del livello igienico domiciliare del paziente in cura.

Il terzo step del trattamento coinvolge la terapia chirurgica parodontale, destinata principalmente ai casi avanzati di parodontite (stadio III e IV). Questa fase può includere terapie rigenerative, che mirano a ripristinare il tessuto distrutto dalla malattia e quindi a rigenerare il legamento parodontale e l’osso alveolare di denti molto compromessi, o terapie chirurgiche resettive, finalizzate all’eliminazione dei difetti ossei non rigenerabili.

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Come trattare le gengive ritirate con la parodontologia?

L’area chirurgica parodontale comprende anche le tecniche di chirurgia plastica mucogengivale le quali ci consentono di ricostruire il tessuto molle (gengiva) in pazienti con recessioni gengivali avanzate che possono rappresentare oltre che un fattore di rischio per il peggioramento della prognosi dei denti coinvolti, un inestetismo importante del sorriso associato o meno all’ipersensibilità.

Per la rigenerazione dei tessuti gengivali le procedure chirurgiche mucogengivali sono spesso associate ad un innesto di gengiva. Infatti questo approccio prevede il prelievo di tessuto gengivale in zone specifiche del palato e/o della tuberosità retromolare con l’obiettivo di essere innestate nelle aree con recessioni più avanzate (dove il paziente sperimenta retrazione delle gengive importanti e quindi una significativa esposizione della radice). In questo modo si riesce a migliorare la prognosi della ricopertura radicolare e allo stesso tempo ad ispessire la gengiva minimizzando il rischio di recidiva della problematica con un ottimo risultato a lungo termine.

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